Mentre la crisi energetica si attenua, il mining di criptovalute riprende in Iran

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Mentre la crisi energetica si attenua, il mining di criptovalute riprende in Iran

By Benson Toti - min. di lettura
Aggiornato 16 March 2023

Si prevede che l'industria del mining di criptovalute in Iran varrà oltre 1 miliardo di dollari

Un divieto di tre mesi sul mining di criptovalute in Iran, imposto dall'ex presidente Hassan Rouhani, è giunto al termine. Il governo ha annunciato che consentirà ai minatori di criptovalute autorizzati di riprendere le operazioni a partire da oggi. L'annuncio è stato visto come una boccata d'aria fresca per l'industria mineraria di criptovalute, che è stata colpita in modo critico da preoccupazioni normative e ambientali negli ultimi mesi.

Il divieto è stato inizialmente imposto come risposta alla massiccia carenza di elettricità e all'instabilità della rete che ha portato a interruzioni di corrente diffuse in varie parti del paese.

Il presidente Rouhani ha accusato le carenze del caldo estremo nei mesi estivi di quest'anno, con temperature che a volte raggiungono i 49° C (120 ° F).

Ciò ha spinto il governo a vietare l'estrazione di criptovalute nel tentativo di risparmiare elettricità e consentire ai cittadini di utilizzare i condizionatori d'aria per far fronte all'aumento della temperatura, portando l'industria mineraria di criptovalute da $1 miliardo in Iran a un arresto quasi immediato.

Nonostante sia conosciuta come un'attività ad alta intensità energetica, sono state sollevate domande sul fatto che il mining di criptovalute stesse davvero monopolizzando l'alimentazione nel paese. La mossa ha creato un precedente sfavorevole per l'industria del mining di criptovalute che sta già lottando a causa della repressione normativa in Cina.

Inoltre, i rapporti hanno suggerito che l'estrazione sotterranea illegale di criptovalute è continuata nel paese durante il divieto. Il caso più notevole è stato quello di un'operazione mineraria illegale alla Borsa Valori di Teheran (TSE) che è stata scoperta all'inizio di questa settimana, costringendo il direttore Ali Sahraee a dimettersi.

Sebbene la posizione dell'ex presidente Rouhani sulle risorse digitali non sia stata coerente, il paese con il suo nuovo presidente Ebrahim Raisi è incentivato a favorire il mining di Bitcoin per compensare le perdite subite a causa delle sanzioni imposte all'Iran dagli Stati Uniti.

Con la sua abbondante fonte di combustibili fossili e risorse naturali, l'Iran offre elettricità a basso costo che lo rende uno dei principali centri emergenti per l'estrazione di criptovalute nella regione. Il paese attualmente contribuisce dal 4,5% al 7% del mining di criptovalute del mondo, ma questo numero ha un potenziale significativo di aumento con i minatori che in precedenza operavano in Cina alla ricerca di una nuova casa nei paesi del Medio Oriente, dell'Asia meridionale e dell'Africa.