Due previsioni della Silicon Valley per le criptovalute

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Due previsioni della Silicon Valley per le criptovalute

By Benson Toti - min. di lettura
Aggiornato 16 March 2023

Il Ceo di Ripple Brad Garlinghouse crede che il 99% delle attuali criptovalute in esistenza spariranno probabilmente. Una previsione probabilmente scioccante, ma che aggiunge un sapore di sobrietà all’esuberanza che spesso vediamo nel mercato delle cripto. Tra previsioni del prezzo del bitcoin stratosferiche e le nuove aziende che si esprimono a favore della blockchain, ciò fornisce un po’ di equilibrio necessario.

Questa previsione sembra basarsi sul senso comune secondo cui non tutte le attuali società saranno capaci in futuro di incontrare la domanda degli utenti. Garlinghouse ha detto:

“Ogniqualvolta nasce un nuovo mercato, ci sono molte persone che entrano in quel mercato e vogliono mostrare di poter risolvere problemi, che possono fornire soluzioni alla clientela”.

Ma bisogna domandarsi se tutte queste aziende siano davvero capaci di fare questo, perché spesso invece falliscono. Anche Uber ha dovuto lottare non poco prima di fare profitti dimostrando che il suo servizio era di grande valore per le persone in tutto il mondo.

Silicon Valley Ethos

Il termine “unicorno” è usato per descrivere quella piccola porzione di aziende che gestiscono il cambiamento del mondo, ed è quella parte di realtà di cui Garlinghouse ha parlato nella sua intervista. Tra queste società vi sono Facebook e Airbnb. Ed è chiaro anche che quando emerge un oligopolio, molte aziende devono morire per lasciare spazio alle principali.

L’analisi di Garlinghouse è in linea con quanto molti venture capitalist dicono dei loro investimenti: si fanno tante scommesse con la consapevolezza che molte di esse un giorno varranno zero. In altre parole, il fatto che il settore delle criptovalute è invaso da numerosi progetti che non sopravviveranno, non invalida l’intero mercato.

La posizione anti-cripto dell’India

Un’altra previsione sulle criptovalute proviene dal venture capitalist Tim Draper, quale è convinto che qualsiasi tentativo dell’India di vietare le criptomonete comporterà maggiore e non minore corruzione. Nel 2018 è stato vietato alle banche di fornire servizi alle aziende del settore cripto e ora sembra che l’India stia per avviare una battaglia giudiziaria per imporre un giro di vite totale su di esse.

Ma nessuno per ora sa come funzionerà un divieto a livello nazionale. Come rintracceranno tutti quelli che hanno comprato bitcoin? Nel 2016, quando la rupia crollò di valore, le criptovalute andarono al top come investimento, quindi rintracciare tutti gli acquirenti appare un compito difficile.

Secondo Draper meno criptovaluta in India significa più corruzione. Probabilmente ciò che intendeva dire è che il denaro contante consente altrettanto, se non più, attività illecite. I tentativi aggressivi di controllare la valuta all’interno del paese, inoltre, portano generalmente a una presa più autoritaria sull’intero sistema monetario.

Di recente il dipartimento incaricato della fiscalità e dei pagamenti nel Regno Unito, ha rese note le sue linee guida sulla tassazione delle criptovalute, stiamo quindi vedendo molti paesi prendere una posizione più ferma sulle criptomonete. La maggioranza di tali linee guida si dimostrano simili a quelle annunciate da altri paesi. Se l’India procede con un divieto completo sulle criptovalute, ciò metterà questo paese e altri come loro in una condizione di incapacità di attrarre gli innovatori tecnologici.