Dona ICO. La beneficenza si fa sulla blockchain di NEM coin

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Dona ICO. La beneficenza si fa sulla blockchain di NEM coin

By Benson Toti - min. di lettura
Aggiornato 16 March 2023

La tecnologia blockchain non è più solo speculazione e business. La società di Hong Kong Dona Limited annuncia l’inizio della Dona ICO per l’8 maggio 2018. La piattaforma sarà implementata sulla blockchain NEM e servirà a rendere trasparente il flusso di denaro donato dai benefattori.

Secondo la società Dona che ha organizzato la ICO e lo sviluppo della piattaforma donaPF, l’iniziativa sarà un beneficio per la comunità di donatori, i quali si sentiranno più coinvolti nella causa benefica che sostengono. La blockchain mostra loro dove i soldi vanno a finire e crea, secondo gli ideatori, un maggiore attaccamento al progetto. La Dona ICO permetterà la condivisione di informazioni e la possibilità per i filantropi di valutare il progetto caritatevole e l’organizzazione che ha emesso il progetto stesso.

Come funziona la piattaforma Dona sulla blockchain NEM

La tecnologia blockchain ha la caratteristica di privilegiare la decentralizzazione e di eliminare gli intermediari, con conseguente riduzione dei costi di gestione. Nell’ambito delle donazioni agli enti caritatevoli significa che la gran parte della donazione servirà per lo scopo a cui vogliamo che sia destinata e non ai costi di gestione della raccolta fondi.

La blockchain garantisce sicurezza contro il furto del denaro donato e grazie al registro pubblico delle transazioni è possibile vedere dove sono i soldi, quale percorso hanno intrapreso.

Video di presentazione della Dona ICO

Il video qui sotto presenta la Dona ICO, il meccanismo di funzionamento della piattaforma.

https://youtu.be/cmahH2VDfXU

Beneficenza e Blockchain. Aumentano le ICO

Dona ICO è solo l’ultimo annuncio di un progetto dedicato alla beneficenza che si avvale della tecnologia blockchain. Recentemente si è conclusa la Giftcoin ICO, nata allo scopo di mettere in comunicazione diretta i benefattori con chi è nel bisogno.

Insomma, anche la beneficenza si decentralizza e diventa peer-to-peer. Ma davvero si può “mettere la blockchain ovunque” come dice il Coindesk?